Nuova linfa per chi avvia un’impresa: la Lombardia rifinanzia il bando con 4,1 milioni
di Redazione
La Regione rilancia il proprio impegno a favore delle nuove attività imprenditoriali con uno stanziamento aggiuntivo di 4,1 milioni di euro destinato al bando “Nuova Impresa”. La decisione, assunta dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, porta la dotazione complessiva del 2025 a superare i 16,5 milioni di euro. Una scelta che consente di rispondere all’interesse crescente proveniente da aspiranti imprenditori e professionisti, evitando di lasciare senza risposta progetti che hanno già maturato i requisiti.
Il contributo: chi può accedere e quali investimenti sono ammessi
La misura, attuata da Unioncamere, riguarda microimprese, PMI e lavoratori autonomi intenzionati ad avviare un’attività in Lombardia. Per accedere al contributo è necessario prevedere un investimento minimo di 3.000 euro. Il sostegno copre il 50% delle spese considerate idonee, fino a 10.000 euro. Le tipologie di intervento finanziabili comprendono attrezzature, software, arredi, consulenze professionali, costi di costituzione e comunicazione.
Guidesi ha sottolineato come l’iniziativa rappresenti una leva importante per incoraggiare chi sta costruendo una nuova traiettoria professionale, ricordando che oltre 4.000 lombardi hanno già beneficiato della misura. La volontà della Regione, ha spiegato, è alimentare un ecosistema imprenditoriale dinamico, in grado di generare lavoro e mantenere elevata la capacità competitiva del territorio.
Confermato per il 2026 il bando dedicato ai piccoli Comuni
Parallelamente al rifinanziamento, è stata confermata anche per il 2026 la misura “Nuova impresa – piccoli Comuni e Frazioni”, che sostiene l’apertura di negozi alimentari e punti vendita di prima necessità nelle località sprovviste. Una scelta che punta a contrastare fenomeni di rarefazione commerciale e a sostenere la permanenza di servizi essenziali nelle zone meno popolate della Lombardia.
La Regione considera queste attività come parte integrante del tessuto sociale delle comunità locali, luoghi di incontro e presidi che contribuiscono a mantenere vivo il territorio. Rendere strutturale questa misura significa riconoscere il valore sociale, oltre che economico, del commercio di prossimità.
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